sabato 26 settembre 2015

XXVI DOMENICA T.O. (Anno B)

XXVI DOMENICA T.O. (Anno B)
«Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e gettato nel mare»

È una frase molto dura di Gesù, ma cosa vuole dire?
Il bene lo devono fare tutti, ma ad una condizione: Non scandalizzare i piccoli credenti.

C’è un famoso detto che dice: “Fai quello che il prete dice, non fare quello che il prete fa”. È una frase molto dura, ma vera! Questo succede quando la teoria non viene messa in pratica. Questo avviene in tutte le realtà: dal prete al padre di famiglia, dal politico al lavoratore, dal giovane al vecchio, ecc.

Poi Gesù parla di tre parti del corpo: le mani, i piedi e gli occhi.
È molto interessante perché la carità esige mani che accolgono, piedi che accompagnano e occhi che vedono.
Le mani che giudicano, che picchiano, i piedi che calpestano la dignità e occhi chiusi davanti alla realtà, sono di scandalo e  queste parti del corpo vanno tagliate per evitare di scandalizzare e bruciare nella Geèna.

Cosa fare?
Imparare ad avere sempre le mani tese verso l’altro, anche se non possiamo dare nulla, una stretta di mano non va negata a nessuno;
Imparare a fare qualche passo insieme con l’altro e scambiarsi un breve saluto;
Imparare a guardare il volto degli altri e la realtà che ci circonda.

Dalla frase dura e violenta di Gesù, siamo arrivati a capire che il bene lo si fa con questi piccoli gesti, che sono mani che incontrano, piedi che camminano e occhi che vedono. Il contrario porta allo scandalo! Sta a noi decidere come utilizzare il nostro corpo!


“Signore, molte volte ho dato scandalo! Molte volte ho tenuto le mani in tasca, molte volte ho puntato il dito per giudicare. Spesso ho preferito camminare da solo e spesso ho girato la faccia davanti alla realtà sofferente! Agli occhi del mondo sembrano peccati veniali, ma molto spesso ne sento il senso di colpa, il peso di aver giudicato, di essere stato da solo, di essere stato indifferente alle necessità. Mi affido alla tua infinita misericordia! Si, oh Signore, ho sbagliato, forse capiterà di nuovo ma so che Tu non guardi ai miei errori, ma valuti la forza e il coraggio che utilizzo per rialzarmi dalla caduta. Donami mani che incontrano, piedi che camminano e occhi che vedono. Tutto questo non per mettere in mostra il mio IO, ma per testimoniare che il cristianesimo è soprattutto questo: l’incontro con l’altro. Amen!”